Jacopo Ortalli, Diana Neri (a cura di)

Archeologia, Emilia-Romagna
Quaderni di Archeologia dell'Emilia-Romagna - N. 18

2007
Casa Editrice All'Insegna del Giglio s.a.s., via del Termine, 36 - 50019 Sesto Fiorentino (FI)
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Il volume correda l'omonima esposizione allestita al Museo Civico di Castelfranco dal 15 dicembre 2007 al 17 febbraio 2008.
La mostra e il catalogo, curati dal professor Jacopo Ortalli dell’Università di Ferrara e dalla direttrice del museo Diana Neri, raccontano quei particolari aspetti della religiosità romana che si legavano direttamente alla sfera privata e alle credenze individuali, distinguendosi, spesso anche sensibilmente, dalle manifestazioni collettive dei culti ufficiali.
I materiali selezionati per la mostra, tra i quali figurano oggetti mai esposti precedentemente, provengono tutti dai più importanti musei della regione, così da offrire una completa panoramica archeologica della religiosità privata dell’area cispadana in età romana.
Il quadro complessivo che viene offerto spazia dunque dalle ultime tracce della devozione di coloro che abitavano questi territori prima della romanizzazione (etruschi, galli per citare i più diffusi), ai piccoli simulacri riposti nei larari all’interno delle domus. Si possono vedere reperti che testimoniano come, alla dine del I secolo a.C., con Ottaviano Augusto si diffondono nuove forme di culto tese a celebrare e legittimare il potere imperiale. Di questo fenomeno si ha un significativo riflesso anche nel ricchissimo repertorio di riferimenti religiosi presenti sulle monete. Interessante e densa di risvolti che sfiorano la contemporaneità, è la sezione dedicata al rapporto con le divinità giunte in Italia dalle province orientali dell’impero e che ebbero una notevole diffusione.
Altre attestazioni assumono poi uno speciale risalto dal punto di vista culturale e sociale: è il caso dei piccoli oggetti legati a pratiche popolari di tipo magico e scaramantico. Emerge chiaramente dal percorso espositivo come le immagini divine siano interpretate anche come componenti di complemento domestico acquisendo valenze decorative o simboliche, allusive alle gioie della vita e ai piaceri del banchetto.
L’ultimo sguardo dell’esposizione è dedicato al tramontare del paganesimo e all’avvento della religione cristiana, la cui affermazione pure si manifestò attraverso la comparsa di specifiche figurazioni su oggetti d’uso o di ornamento personale e sulle monete.


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