Paola Poli, Rita Rimondini, Marina Sindaco (a cura di)
Archeologia, Villanova di Castenaso (BO)
Altre pubblicazioni
2014
Centro stampa regionale Emilia-Romagna
Il MUV - Museo e Centro di documentazione della civiltà villanoviana, è il risultato di una progettazione museografica e museologica congiunta che ha visto collaborare insieme al Comune di Castenaso, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’E-R, l’Istituto Beni Culturali della Regione E-R e la Provincia di Bologna-Assessorato Cultura e Pari Opportunità. Il museo, ospitato nell'ex fienile del complesso rurale di Casa Sant'Anna a Villanova di Castenaso, sorge proprio nel luogo dove fra il 1853 e il 1856 il conte archeologo bolognese Giovanni Gozzadini scoprì e identificò le tracce della fase più antica della civiltà etrusca, sviluppatasi tra gli inizi del I millennio a.C. (Età del Ferro) e gli ultimi decenni dell'VIII secolo a.C., sino ad allora sconosciuta in Italia, a cui lo stesso Gozzadini decise di dare il nome di "Villanoviana" dal nome della sua tenuta di campagna Villa Nova.
Il percorso si snoda nei due piani dell'edificio museale ad iniziare da una presentazione delle figure di Giovanni e di Maria Teresa Gozzadini, che accolgono il pubblico nell'ex fienile, già di proprietà della nobile famiglia, e raccontano la loro vita e le loro "imprese" archeologiche. Attraverso una serie di "finestre" narrative viene successivamente tratteggiato lo sviluppo della cultura villanoviana nella penisola italiana, illustrandone anche le manifestazioni in area bolognese e le testimonianze individuate nel territorio di Castenaso. L'allestimento prosegue al piano superiore con l'esposizione delle stele del sepolcreto villanoviano di Marano, fra le quali spicca l’importante esemplare con ricca figurazione a bassorilievo noto come “Stele delle spade”. Accanto alle stele, trovano spazio i corredi funerari relativi ad alcune delle sepolture (tombe 1, 7, 8, 9), in modo da poter offrire ai visitatori una visione compiuta sia delle caratteristiche materiali delle sepolture, sia degli aspetti culturali che interessano il sepolcreto di Marano nel contesto storico di riferimento. Ogni corredo funerario è ora esposto in modo completo: non solo i vasi cinerari biconici, ma anche il vasellame bronzeo e ceramico sia da banchetto che per uso quotidiano. A questo si accostano gli oggetti di ornamento personale, come le caratteristiche fibule ad arco serpeggiante e le preziose fibule ad arco rivestito, ed i reperti strettamente attinenti al ruolo e al rango dei defunti, come ad esempio armi ed elementi riconducibili alla bardatura equina. Videoinstallazioni e touch-screen ripercorrono le circostanze della scoperta di questo sepolcreto e sviluppano il tema del rituale funebre e delle tipologie sepolcrali tipiche del Villanoviano, facendone emergere i tratti distintivi, evidenziando le caratteristiche degli oggetti di accompagno funebre e sottolineandone il valore "comunicativo" e sociale, così come quello attribuito ai diversi aspetti del cerimoniale. Nel giardino annesso all'edificio museale trova posto la riproduzione a grandezza naturale di una capanna, ricostruita secondo modelli attestati durante la fase villanoviana e dotata di arredi e attrezzature documentati da testimonianze archeologiche coeve.
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