Si sono da poco concluse le indagini archeologiche richieste dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna dopo il rinvenimento di una stele funeraria avvenuto nel maggio scorso in Via Ferrari, a pochi metri dal Museo Casa natale di Enzo Ferrari, durante i lavori effettuati dalla Cooperativa Muratori di San Possidonio per realizzare un complesso residenziale.

Gli scavi, eseguiti dalla ditta ArcheoModena sotto la direzione scientifica degli archeologi della Soprintendenza Donato Labate e Luca Mercuri, avevano subito intercettato, a circa un metro di profondità, un piccolo immondezzaio cittadino ascrivibile al ‘600-‘700 che ha restituito numerosi frammenti ceramici, tra cui alcune scodelle con caricature disegnate a graffito.
Proseguendo le indagini fino a 3,5 metri di profondità -quota base fissata per la realizzazione di locali interrati- è emersa, a 3 metri di profondità, la sommità di una stele funeraria ancora in situ.


Cantiere di via Ferrari - rinvenimento della stele durante le attività di controllo archeologico

L’ampliamento dello scavo richiesto dalla Soprintendenza ha consentito di arrivare fino al piano di posa della stele, rinvenuto a 5,8 metri di profondità.
Nel complesso, il manufatto è alto circa 2 metri e poggia su un basamento lapideo composto da due gradini. La stele, che presenta un frontocino decorato con una gorgone, ha lo specchio epigrafico rivolto a occidente verso una strada della centuriazione modenese, il Cardine Massimo, che passava a poca distanza. L’iscrizione ci permette di sapere che il monumento è appartenuto a un membro della gens Lollia, Quintus Lollius Niger che lo fece erigere per sé, per il padre Niger, la madre Tettulena Prima e la figlia Gratilla.

                 
Attività di recupero della stele e dettaglio del testo epigrafico

Ulteriori indagini nell’area circostante, condotte su una superficie di circa 30 mq, hanno messo in luce due sepolture a incinerazione della gens Lollia, una delle quali dotata di un ricco corredo composto da tre monete emesse sotto il principato di Tiberio, lucerne, balsamari, alcune coppette e bicchieri a pareti sottili, e da alcuni elementi in osso lavorato riferibili al letto funerario arso insieme al defunto.
Tutti gli elementi rinvenuti concorrono a datare la stele funeraria e le due tombe alla prima metà del I sec. d.C.

Nei giorni scorsi, terminate le indagini archeologiche, la stele è stata rimossa dal cantiere e trasferita presso un deposito. La Soprintendenza dovrà ora decidere se procedere alla sua valorizzazione in situ oppure se esporla nel Lapidario Romano dei Civici Musei di Modena, dove sono stati trasferiti tutti gli altri reperti archeologici rinvenuti.
Le indagini sono state finanziate dalla Cooperativa Muratori di San Possidonio che, vista l’importanza del ritrovamento, ha deciso di chiamare il complesso in costruzione 'Direzionale Lollius'.


Informazioni scientifiche: Donato Labate e Luca Mercuri (Funzionari archeologi Sabap-Bo)
Immagini: Archivio Sabap-Bo
Editing: Carla Conti (Ufficio stampa Sabap-Bo)
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