Il Baluardo dell'Amore è integrato nel tratto di mura meridionale della città che costituiva la cortina militare più attrezzata per la difesa e si colloca circa a metà della via dei Baluardi. Su tale baluardo si ergeva dal 1936 un fabbricato adibito a scuola materna, oggetto del progetto di "Demolizione della Scuola Bianca Merletti e Riqualificazione del Baluardo dell'Amore" programmato dall'Amministrazione Comunale a partire dal 2007 con la finalità di riaprire un varco nelle mura meridionali urbane e finanziato in parte con risorse regionali POR FESR 2014-2020 Asse 5 - "La Grande Cornice Verde" e in parte con risorse comunali.
Dopo i primi ritrovamenti venuti alla luce durante i lavori di demolizione e di messa in sicurezza del baluardo eseguiti tra il 2007 e il 2008, la allora competente Soprintendenza per i Beni Archeologici, in accordo con l’Amministrazione Comunale, è intervenuta pianificando un'indagine archeologica dell’area che si è protratta a più riprese dal 2012 al 2019.
In particolare, le campagne di scavo hanno restituito i resti dell'antica Porta d'Amore e del tratto di mura che Borso d’Este costruì nel 1451 a difesa della parte sud della città; del piccolo bastione a forma di freccia nella parte centrale del baluardo denominato "Rivellino", realizzato nel 1557 per volere di Ercole II d'Este a difesa della Porta e mai ultimato; del Baluardo vero e proprio ad asso di picche risalente al 1578-1585, voluto da Alfonso II d'Este per una fortificazione più efficace del fronte meridionale urbano. Lo scavo ha inoltre potuto documentare come nella zona attorno alla Porta, tra la fine del XVII e il XVIII secolo, fossero presenti piccoli edifici e strutture adibite ad attività artigianali.
Fase I: Porta d'Amore e tratto di mura di Borso d'Este, 1451 - Fase II: Rivellino a forma di freccia di Ercole II d'Este, 1557 - Fase III: Baluardo dell'Amore ad asso di picche di Alfonso II d'Este, 1578-1585
A seguito del completamento degli scavi e dell'esecuzione delle necessarie opere di restauro e consolidamento, sono state eseguite ulteriori indagini mirate ad esplorare la sequenza stratigrafica dei paramenti murari e dei pavimenti oltre che i rilievi architettonici dell'intera area interessata mediante laser-scanner; ciò ha permesso di rappresentare fedelmente lo stato di fatto e di ricostruire la storia del luogo dal quattrocento ad oggi.
Sulla base di queste conoscenze ha preso forma il progetto per la realizzazione del Parco Archeologico del Baluardo dell'Amore che, nel rispetto della conservazione dei ritrovati, prevedeva la valorizzazione del bene al fine di "raccontare" al visitatore una parte di storia estense fra le più importanti della Ferrara antica, attraverso un percorso che consente non solo di vedere i resti di strutture di accesso, fortificazione e di uso residenziale, databili all'epoca medievale, ma anche di godere degli straordinari paesaggi del luogo.
L'esigenza di un intervento funzionale volto alla ricucitura del percorso sopra mura ed alla permeabilità pedonale della cinta muraria, fra città e vallo sottomura, hanno presentato l'occasione per disegnare i percorsi di visita del Parco Archeologico ricalcando fedelmente i percorsi degli Estensi. Si potranno così ammirare dopo circa quattrocento anni le strutture originarie, tombate per disposizioni papali attorno al 1630, e ricalcare le orme dei predecessori estensi del XV e XVI secolo attraversando la Piazza d'Armi e passando sotto e all'interno del I livello della Porta dell'Amore, oppure salire sulle antiche cannoniere per immaginarsi scene belliche difensive e ritrovare gli originari coni ottici delle guardie estensi.
Baluardo dell'Amore - Area interessata dall'intervento di riqualificazione
Il progetto che è stato realizzato si configura, correttamente, come un’architettura sulla preesistenza che tenta di rileggere in chiave critica quanto ritrovato e di alludere alle masse fabbricative della fase più matura del rivellino. In tal senso è stato accolto positivamente il tentativo di risolvere le diverse esigenze funzionali con una struttura leggera, in semplice appoggio sulle murature antiche, che richiama i filari di mattoni senza simularli o ripristinarli. Una soluzione architettonica che non è un ripristino ma una interpretazione in grado di visualizzare matericamente le strutture originarie nel pieno rispetto della materia residua.
Accesso da via dei Baluardi - Cortina muraria costituita dai resti della cinta borsiana e della Porta d'Amore con apertura ad arco "ricostruito"
Struttura di ricostruzione delle volumetrie originarie - ripristino del livello superiore della porta dell'Amore e passerella di ricucitura del percorso delle mura
Le strutture architettoniche originarie emerse nel corso degli scavi sono state consolidate con materiale similare e con un’attenta scelta delle malte da impiegarsi, per garantire nel tempo una durabilità dell’intervento e anche la riconoscibilità dello stesso secondo i principi operativi del restauro.
Il nuovo insieme del baluardo dell’Amore si presenta, quindi, come un vero e proprio “ parco archeologico” delle mura urbane, consentendo di apprezzare visivamente in un’area ristretta le complesse modifiche che questa zona della città ha subito. L'intera superficie di calpestio dell'area interna al Parco, infine, è costituita da una nuova pavimentazione che lavorata e disegnata "cita" le originarie pavimentazioni ritrovate, già adeguatamente protette secondo le indicazioni impartite dalle Soprintendenze preposte.
Il nuovo Parco Archeologico realizzato dal Comune di Ferrara è stato aperto ufficialmente al pubblico in data 30 luglio 2020 alla presenza dell'assessore comunale ai Lavori pubblici Andrea Maggi; dei dirigenti comunali del Settore Opere Pubbliche Luca Capozzi e del Servizio Beni Monumentali Natascia Frasson; del responsabile dell'Ufficio comunale Ricerche storiche Francesco Scafuri; della Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara Cristina Ambrosini insieme alla funzionaria archeologa Chiara Guarnieri, del direttore dei lavori Massimo Partigiani (MOD architetti).
Informazioni scientifiche: Chiara Guarnieri (Funzionario archeologo Sabap-Bo), Servizio Beni monumentali del Comune di Ferrara
Editing: Siriana Zucchini (Ufficio promozione e comunicazione Sabap-Bo)
Immagini: MOD architetti Ferrara, Beni Monumentali, Cronacacomune.it - Comune di Ferrara
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